16 ago 2016

Addio Bianca.

STAZZEMA (LUCCA), 16 AGO -

E' scomparsa ieri a 91 anni Bianca Pieri, superstite della strage nazista di Sant'Anna di Stazzema del 12 agosto 1944, costata la vita a 560 persone: tra le vittime anche il padre e due sorelle, una di appena 7 mesi, l'altra, madre di due bimbe, morta di setticemia pochi giorno dopo l'eccidio. Bianca Pieri si salvò con la madre. Dopo essere state scoperte mentre si nascondevano in una grotta, poi incolonnate insieme ad altri per raggiungere S.Anna e Valdicastello, furono allontanate da un soldato tedesco: la madre soffriva di cuore e stentava a camminare. Lentamente si erano separate dagli altri e il militare, dopo averle esortate a muoversi, fece loro cenno di andare via.
    A dare la notizia della scomparsa di Pieri, ricordando la sua storia, è stato il Parco della pace-Museo storico della Resistenza di S.Anna: "Se ne va una parte del paese, oltre che una testimone della strage". Domani i funerali: la famiglia non chiede fiori ma opere di bene per l'associazione Martiri di Sant'Anna

1 ago 2016

comunicato dell'FLNC agli Islamisti Radicali




La Lotta di Liberazione Nazionale non è finita.
Essere impegnati in un processo di demilitalizzazione proressiva non significa murarsi nel silenzio, non reagire alla situazione internazionale o anche abdicare davanti all’intransigenza del Potere francese attuale.
Dalla sua creazione il F.L.N.C. ha seguito da vicino i conflitti internazionali. Da 40 anni noi dividiamo con i popoli colonizzati del mondo la stessa speranza di legittimazione e di libertà.
Oggi, una gran parte del nostro pianeta attraversa un periodo estremamente turbolento e per quello che riguarda la Corsica noi non potremmo rimanere silenziosi.
La recrudescenza  degli attentati  legati all’organizzazione Stato Islamico che ha fatto quasi 500 morti in un mese in tutto il mondo, l’allargamento del loro campo d’azione geografico e la volontà di colpire sempre più duramente la Francia ci porta a una presa di posizione come còrsi e come militanti politici.
Prima di tutto per marcare la nostra profonda compassione a tutte le vittime delle città di NIzza, Baghdad, Ansbach e St. Etienne de Rouvray  per la maggior parte recentemente colpiti.
Poi, la Corsica è ancora ad oggi considerata dal mondo politico internazionale come un territorio francese e la Francia è il paese occidentale più bersagliato dall’ISIS dopo gli Stati Uniti; questo significa chiaramente che il nostro paese potrebbe essere colpito un domani da una o più azioni dello Stato Islamico.
Noi abbiamo tre messaggi da divulgare:
Messaggio ai musulmani della Corsica
Nel mondo voi siete le prime e le principali vittime della barbarie del jihadismo. In Tunisia, al Bangladesh, a Istanbul, a Baghdad e non ultimo a Nizza quasi il 40% delle vittime sono dei musulmani.
Nel nostro paese voi avete, come noi, evitato l’orrore degli attentati. Ma sapere che se questo dovesse accadere, i folli di Dio non vi risparmieranno. Anzi, voi siete un obiettivo privilegiato perchè siete in quella che gli ideologi dello Stato Islamico chimano “zona grigia”.
Vale a dire che dove l’Islam convive con altre religioni. In una regione del mondo dove si trovano degli Occidentali di confessione musulmana. E la “zona grigia” è l’obiettivo proritario dell’ISIS perchè il tentativo di distruggere scavano la fossa tra l’islam e i non credenti che a loro “permetteranno” di ricostruire il Califfato, unica struttura politica legittima per loro.
La presenza dei musulmani sulla terra della Corsica è importante, che rende ancora più elevato il richio di conflitto. Se voi non siete responsabili di questo stato di cose, voi non potete più uscire dalla situazione in cui vi trovate.
Musulmani di Corsica, da mezzo secolo, voi dividete i nostri destini e nella vostra posizione nelle settimane, i mesi e ormai degli anni si trova di fronte a una sfida: per vivere serenamente sulla nostra terra lo farà, se ciò risultasse necessario, resisterà con noi per vincere i fanatici islamisti sanguinari.
Resistere con noi non significa che noi aspettiamo che voi rigettate le vostre origini o che tradite la vostra religione, esso significa prendere posizione: manifestando con noi contro l’islam radicale a uscire dalla tutela francese, e noi segnaliamo le derive che voi trovate presso i giovani disoccupati tentati dalla radicalizzazione, non visibili da dei segni religiosi ostentatori (burqa, niqab…) che segnano l’allineamento più che il riavvicinamanto culturale necessario per vivere insieme.
Ci congratuliamo per la loro azione con i responsabili del culto musulmano della Balagna e di Bastia che non hanno lasciato pregare gli estremisti sulla spiaggia di Bodri.
1-Il destino comune non è una parola vuota, oggi più che mai noi abbiamo il dovere di ricercare la capacità a rendere questo popolo, piccolo per numero, è grande nel progetto di vita comune. E se lo Stato Islamico rivendica delle azioni sul nostro suolo, noi potremo vincerlo assieme.
Messaggio agli islamisti radicali della Corsica
A voi predicatori di morte, gli imam radicali, che cercano di arruolare la gioventù verso l’abisso del fanatismo, quelli che tentano di sfruttare la miseria umana per seminare disperazione;
Nel 2014 la nostra organizzazione ha incontrato i responsabili del culto musulmano a Ajaccio. Nel corso di questa riunione ci hanno confidato di avere qualche paura su una radicalizzazione crescente ma di avere il controllo della situazione. Questo controllo , nel sud della Corsica, l’hanno perduto. Quando ci sono stati gli avvenimenti del quartiere de l’Empereur della fine del 2015 noi abbaimo immediatamente cercato di comprendere se è stato un incidente occasionale o una strategia di destabilizzazione. Il dubbio non si pone in questo caso, è stata infatti una strategia messa in pratica molti giorni, vedere molte settimane, precedentemente per testare la reazione del popolo corso.
L’aggresione ai nostri soldati di fuoco è stata orchestrata da qualche pseudo pensieri malevoli aiutati dalle piccole canaglie senza vergogna.
Questo ha permesso di comprendere la volontà dei Salafisti che hanno intenzione di mettere in pratica da noi la politica dell’ISIS, noi siamo dunque preparati.
Ma la vostra strategia del terrore per creare le condizioni del confronto su grande scala ha già fallito perchè il conflitto che tra voi e i vostri discepoli. Voi potete essere teste pensanti, dalla Siria o all’Iraq, delle persone istruite , ingegneri, fisici o informatici freddi e determinati e i vostri soldati in Corsica degli illuminati fanatici sanguinari, la nostra storia è molto tormentata perchè è noi temiamo di scomparire davanti a qualche oscurantista. La vostra filosofia medievale non ci spaventa. L’amalgama non esiste che nnello spirito delel favole e il popolo còrso è forte. Forte di secoli di lotta, di battaglia politica, forte di combattimenti terribili e delle sofferenze subite.
Forte di scelte politiche difficili che noi non abbiamo mai fatto diventare come le vostre barbarie.
2-Sapete che tutti gli attacchi contro il nostro popolo avrà dalla nostra parte una risposta determinata a sangue freddo.
Messaggio allo Stato francese
Il mondo occidentale, con la Francia in testa, cerca il raggiungimento di questo, di dare la sua buona coscienza all’oblio che è gravmente responsabile della catastrofe che noi viviamo. Ancora, dopo il 2003 e lo scandalo dell’amministrazione Bush in Iraq, dopo il 2011 e il rovesciamento di Gheddafi in Libia, poi la gestione caotica della crisi siriana, ha dovuto aspettare la ricaduta in Europa e negli Stati Uniti. Senza dimenticare l’Afghanistan e il Mali. Come immaginare che l’ingerenza nei paesi arabi e africani con il pretesto del ripristino della democrazia nel mondo non causeranno una insabilità politica internazionale?
Oggi, la Francia è in guerra. Quasi 300 morti in meno di un anno.
Il Kurdistan è in guerra, l’Iraq è in guerra, la Siria è in guerra, dal 2011 con quasi 300.000 morti e milioni di rifugiati.
Farà cessare la Francia a intervenire militarmente e voler dare lezioni di democrazia al mondo intero se vuole evitare i conflitti che semina nel mondo non ritornano come un boomerang sul suo suolo.
Gli algerini, i marocchini, i kanak, i còrsi, i baschi, i vietnamiti, i maliani… e tanti altri. Tutti noi abbiamo subito la colonizzazione francese e la sua sfilata di umiliazioni nel corso dei secoli.
Per quanto ci riguarda questo si ferma, quando la democrazia è costantemente calpestata sulla nostra terra (riavvicinamento dei prigionieri, decisioni dell’Assemblea della Corsica ignorate….) può essere facilmente immaginare che questo è l’atteggiamento della Francia nel mondo. 
Se una tragedia avverrà da noi lo Stato francese avrà allora una parte di responsabilità perchè conosce i salafiti in Corsica (essi saranno nel numero di 8 e noi sappiamo con certezza che uno degli imam della Corsica è un informatore della polizia).
1-Governanti francesi, il popolo còrso non ha già troppo pagato il prezzo del vostro imperialismo. Rispettate i vostri impegni, restate al vostro posto e evitate di disprezzare il mondo che vi circonda. Forse allora riuscirete a contenere la violenza che vi assale oggi. 
Noi chiediamo al nostro popolo vigilanza e calma contro le barbarie
Noi vogliamo precisare che quelli che da noi sentono delle affinità con dei partiti o delle associazioni di estrema destra, còrse o francesi, hanno sbagliato fronte.
Le F.L.N.C. non è un rifugio di frustrati di una lotta razziale o xenofoba.
Quanto ai francesi che condividono le immagini dei nostri militanti assieme a delle proposte razziste, essi non si assumono le loro angoscie con più coraggio.
Nulla di quello che difendiamo non è assimilabile alle ideologie fasciste che alimentano le anime fragili e le reti sociali in questo momento.
Questo non è, non è mai stato e non sarà mai.
Noi ci affidiamo alla forza della nostra gioventù, sulla capacità di resistere all’oscurantismo, per creare una società più giusta e le condizioni di un avvenire più nobile, più sereno e più equilibrato. Ella sarà a nostro fianco.
“Questo non è perchè siamo forti e abbiamo ragione, è perchè abbiamo ragione e siamo forti”
Comandante Marcos
A RAGIONE HE A NOSTRA FORZA
F.L.N.C.
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IL MIO COMMENTO
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Per me questo comunicato è importante ed ha un valore universale, anche se vorrei premettere che, per quanto mi riguarda, l'ISIS è una "prodotto" made in USA. E oggi più che mai il principale e comune obiettivo di tutti i popoli europei dovrebbe essere quello di uscire dalla Nato. 
Ma tornando al comunicato dell'FLNC io lo trovo molto lucido e ben ragionato: si parla di salafiti e questo è importante (un po', per fare un'esempio, come dire che gli ebrei non sono tutti sionisti) per combattere il pericolo dell'intolleranza verso i musulmani sempre più diffuso (e si sa che dall'intolleranza non nasce mai nulla di buono per nessuno), e si parla chiaramente di responsabilità della Francia, soprattutto per la questione "Libia". Per me l'attacco francese verso la Libia ha portato una destabilizzazione forte, che chissà per quanto creerà problemi.
 Un'altra cosa importante è nella premessa "l'abbandono della lotta armata" questo è quello che ci si aspettava dal futuro, un futuro in cui i problemi si potevano risolvere anche senza armi, in cui la parola guerra o guerrilla fossero relegate alla fiction e alla narrativa, non c'è niente di progressista in quello che stiamo vivendo globalmente; il gesto dell'FLNC è solo un granulino di sabbia, però almeno si avvicina a un concetto di progresso più condivisibile e auspicabile per tutti noi.

6 mag 2016

Roma, 7 Maggio 2016- manifestazione nazionale STOP TTIP


 
 
 Articolo su Guardian del 4 maggio
 
 
 
 
è in inglese e purtroppo non ho il tempo di tradurlo ma vi giro questo breve e interessante pezzo pubblicato sul quotidiano inglese Guardian di oggi. 

In buona sostanza descrive le difficoltà del percorso per la chiusura dell'accordo tra USA e UE, a causa delle contraddizioni tra i due blocchi da una parte e, in particolare, tyra diversi paesi europei dall'altra.

Nello specifico, l'articolo descrive la posizione francese di critica all'andamento dei negoziati, troppo sbilanciati verso gli USA, secondo Hollande, e scarsamente favorevoli alla Francia. 

La realtà dei fatti è che dietro una schermaglia verbale ad uso e consumo delle opinioni pubbliche dei propri paesi, lo scontro riguarda un più classico rapporto di forza circa la possibilità delle proprie multinazionali di ottenere accesso al mercato della controparte, rafforzando anche un'ipotesi di controllo geopolitico sul blocco rivale. 
In particolare l'UE lamenta la difficoltà di accesso al ricco mercato finanziario e delle commesse pubbliche statunitense, che resterebbe ristretto e con possibilità di opposizione da parte degli organi federali USA. 

Da un lato le parti vogliono concludere il negoziato, dopo tredici estenuanti round, prima della fine del mandato di Obama (e con l'incognita delle elezioni presidenziali), dall'altro molti sembrano ancora essere i punti di distanza tra le due sponde, e all'interno della stessa UE.

Per noi credo che il punto sia la possibilità di sfruttare queste contraddizioni a nostro vantaggio, provando a mettere in campo una mobilitazione duratura a partire dalla manifestazione del 7, la cui riuscita a questo punto diventa ancora più rilevante.


4 mag 2016

Fermiamo il TTIP (leggete e diffondete, grazie!)

TTIP Papers: i nuovi testi del negoziato transatlantico desecretati da Greenpeace
Stop TTIP Italia: "diritti come merce di scambio: dobbiamo fermarli e subito, il 7 maggio a Roma dobbiamo essere tanti e uniti"
https://stop-ttip-italia.net/2016/05/02/ttip-papers-stop-ttip-italia-fermiamoli-subito/




Oltre i due terzi del testo negoziale del TTIP, ben 248 pagine, sono state desecretate e rese pubbliche da Greenpeace. Sono la sostanza della trattativa tra Stati Uniti e Unione Europea al punto in cui si è arrivati durante l'ultimo round negoziale, svoltosi a New York a fine aprile.

Il tutto a pochi giorni dalla grande manifestazione organizzata dalla Campagna Stop TTIP Italia per il prossimo 7 maggio a Roma, e a poche settimane dal prossimo Consiglio Europeo del 13 maggio che tratterà del TTIP e anche del CETA, l'accordo di liberalizzazione con il Canada in via di ratifica al Parlamento europeo.
"L'Unione Europea ha detto di avere ottenuto protezioni per settori sensibili della nostra vita quotidiana" dichiara Monica Di Sisto, tra i portavoce della Campagna Stop TTIP Italia, "come l'agricoltura, il cibo, i prodotti di qualità, ma sono ancora tutti aperti e in molti casi è evidente che li sta solo usando come merce di scambio per quello che vuole davvero: appalti, lavoro senza garanzie e a basso costo, finanza e privatizzazioni senza controllo sulle due sponde dell'Atlantico. Dobbiamo fermarli e subito, il 7 maggio dobbiamo essere tanti e uniti per ottenerlo".
Nel capitolo sulle misure sanitarie e fitosanitarie, che dovrebbe stabilire gli standard di riferimento per la qualità e la salubrità dei cibi, non c'è alcun riferimento a quel Principio di precauzione che l'Unione Europea dice di voler salvaguardare, ma vengono ben specificati quegli organismi che promuovono gli standard a livello internazionale, come il Codex Alimentarius, che hanno criteri meno rigidi dell'Agenzia europea per la sicurezza alimentare.
"Nella Cooperazione regolatoria" dichiara Elena Mazzoni, tra i coordinatori della Campagna Stop TTIP Italia "emerge come la cosiddetta armonizzazione degli standard e delle normative venga fatta al di fuori degli occhi indiscreti degli organismi democraticamente eletti. A dirigere i giochi la Commissione Europea e le Agenzie federali statunitensi. E senza il minimo accenno, peraltro, al Principio di Precauzione".
"La documentazione resa pubblica oggi" sottolinea Marco Bersani, tra i coordinatori della Campagna Stop TTIP Italia, "dimostra quello che da tempo la campagna Stop TTIP denuncia: il TTIP è un attacco generalizzato ai diritti e alla democrazia.Se ad oggi era la democrazia a definire i limiti del mercato, con il TTIP sarà il mercato a definire i limiti della democrazia. Per opporsi a tutto questo, tutte e tutti in piazza a Roma il prossimo 7 maggio".
Per questo, per fermare il TTIP, tutelare i diritti e i beni comuni e costruire un altro modello sociale ed economico, equo e democratico la campagna Stop TTIP Italia sostenuta da oltre 300 organizzazioni e sindacati e d oltre 50 comitati locali che lottano contro la segretezza e la portata del TTIP, invita tutti a un grande appuntamento nazionale: sabato 7 maggio 2016 a Roma. 

https://stop-TTIP-italia.net/7-maggio/

25 apr 2016

due film per il 25 aprile



Qui, in questa Lunga Vacanza (che, a volte, soprattutto in queste ultime settimane, sembra stia per finire o sia già finita da un pezzo), abbiamo pensato di dedicare al Giorno della Liberazione dal nazifascismo due film visti, per caso, ieri sera.

Due film molto diversi tra loro, eppure legati in modo indissolubile.
Il primo è SWING, la storia estiva tra due ragazzini: il primo, Max, francese (biondino, figlio di un "punk" che lui stesso definisce "i ribelli degli anni'70") che passa parte delle vacanze estive dall'eccentrica nonna, e l'altra, Swing,  francese manouche. un vero maschiaccio con una risata contagiosa, vivranno insieme momenti davvero divertenti e emozionanti, grazie alla cultura gitana e musica jazz manouche, ben amalgamata alla musica araba (il benzinaio!) e alla cultura ebraica (il dottore!).

Che cosa unisce questo film all'altro, di cui parleremo tra poche righe?! La nonna, una gitana anziana, rugosa e incallita fumatrice, chiusa nella sua roulotte, isolata, eppure osserva tutto e muove le fila della sua famiglia-comunità. Lei, come la nonna tedesca ebraica (che nonostante sia affetta da demenza è l'unica a rendersi conto subito del pericolo) che abbiamo incontrato nel secondo film visto ieri sera, "LUI E' TORNATO" è stata nell'inferno dei campi di sterminio ed è sopravvissuta per portarne testimonianza.

E appunto... "Lui è tornato" racconta di Adolf Hitler che, nel 2014, si risveglia  in un cortile della periferia berlinese, da li al passare qualche giorno nel chiosco dei giornali a leggersi la storia degli ultimi 70 anni il passo è breve, la Merkel non gli sta simpatica e la sua critica è alla società attuale è quasi condivisibile... Peccato che poi, diventato un personaggio televisivo riesca a tirare fuori l'anima dei tedeschi, non così tanto diversa dalla sua... Un film divertente, ironico, davvero geniale (sarebbe impossibile fare una cosa tanto intelligente e pungente in Italia...ma noi per fortuna abbiamo Claudio Santamaria;)- spesso è al limite del Disneyano, poi... poi il finale, per me è stato agghiacciante ed è esattamente la realtà che stiamo vivendo..

Insomma, due film che meritano di essere visti, magari insieme, magari la sera del 25 aprile, se non avete feste o concerti all'orizzonte...






15 mar 2016

17 Aprile 2016- VOTA SI CONTRO LE TRIVELLE

la parola a greenpeace:
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Se non fermiamo le trivelle, il mare finirà nelle mani dei petrolieri.
Sì, perché puntare tutto sulle poche gocce di petrolio presenti sotto i nostri fondali vuol dire condannare il Paese alla dipendenza energetica dalle fonti fossili e dall’import, danneggiare il turismo, la pesca e le economie costiere, penalizzare le fonti rinnovabili. Affidarsi ai petrolieri vuol dire non far crescere l’occupazione, tenere le casse pubbliche a secco, smentire gli impegni che l’Italia ha preso dinanzi al mondo intero per la salvaguardia del clima. È un fallimento certo.
Sosteniamo da anni che trivellare i nostri fondali in cerca di petrolio è una pazzia che conviene solo a pochissimi, e in nessun modo alla comunità: il governo sta svendendo la bellezza del nostro Paese e i suoi mari per pochi spiccioli, perché le nostre royalties sono tra le più basse al mondo.
Per spiegare l’inutilità e il danno delle trivelle abbiamo solcato i nostri mari, da Genova a Trieste; abbiamo manifestato al fianco delle popolazioni locali contro i progetti che minaccia[va]no i loro litorali; abbiamo incontrato cittadini, amministratori, movimenti. Abbiamo occupato per giorni una piattaforma petrolifera e protestato persino dentro al Parlamento, mentre si votava lo Sblocca Italia.
Renzi, e quanti prima di lui hanno curato gli interessi dei petrolieri, non hanno ascoltato la nostra protesta. Solo la minaccia del referendum li ha fatti retrocedere su alcuni punti del loro piano “fossile”. Nel frattempo, il movimento contro le trivelle è cresciuto e oggi sfida la politica del governo.
Nove regioni hanno promosso un referendum per chiedere agli italiani da che parte stanno: con il mare, con le energie pulite, con la bellezza e l’integrità delle nostre coste e delle nostre acque, o con le lobby fossili. Dare una risposta chiara ora spetta a tutti noi.
Il governo sta tentando di scongiurare l’espressione del voto popolare con tutti i mezzi, arrivando a sprecare centinaia di milioni (che si sarebbero risparmiati con un Election Day) solo per scegliere la data di voto che più di ogni altra mette a rischio il quorum e comprime i tempi del confronto e dell’informazione.
È tempo di scegliere. Se non lo facciamo noi lo faranno i petrolieri.
L’ITALIA NON SI TRIVELLA. Dillo forte e chiaro il 17 aprile: VOTA SÌ.

Anche questa volta non possiamo contare sui media né su altre istituzioni: tocca di nuovo a noi, semplici cittadini fare qualcosa, quindi...

IMPORTANTE!!!

Tutti noi possiamo fare qualcosa, diffondere informazioni e volantini; Greenpeace mette a disposizione un kit, potete scaricarlo QUI. Grazie!