Di lui mi aveva parlato qualche volta il mio babbo,per quella sua decisione di non volere come clienti della sua trattoria (aperta nel 1946 nel paese di Bedizzano che oggi è gestita dalla figlia Lorena)i tedeschi, neanche quelli giovani, nemmeno quelli che della guerra e delle atrocità naziste magari si vergognavano...
"I tedeschi?Qui non entrano, qui non mangiano" questo aveva sempre detto Francesco Farsetti, da tutti conosciuto come "Ometto", da cui prende il nome anche la sua storica trattoria.
Poteva sembrare una scelta discutibile, così dopo tanto tempo, ma io ammiravo questa scelta, credo che in tanti abbiano fatto altrettanto e non per odio verso i tedeschi "nuovi" (che al contrario deli italiani "nuovi" hanno fatto una buona opera di pulizia e chiarezza nei confronti di quello che è stato il nazismo, fino ad estirparlo e relegarlo nell'angolo buio delle cose fuorilegge)ma per quel rispetto che tutti dovremmo alle persone che tanto hanno sofferto e lottato a causa di questo nostro alleato traditore.
Ometto è morto martedì scorso a 89 anni , e la notizia ha commosso per la perdita di questo partigiano fino alla fine che aveva combattuto nella gloriosa Brigata Garibaldi.
"Lui i tedeschi non poteva vederli, aveva visto uccidere tante persone in tempo di guerra, tante donne incinte fucilate. Ricordi duri, non ha mai perdonato... Negli ultimi mesi era debilitato per la malattia, ma avrebbe voluto andare in giro, non era di quelli che se ne stanno a letto, andava a tutte le iniziativa dell'ANPI, di cui faceva parte" così ci racconta la figlia...
Ometto in 62 anni non ha mai fdatto entrare un tedesco nella sua trattoria, eccetto una volta nell'agosto del 2008..
Proprio il giorno della ricorrenza dell'eccidio di Sant'Anna Di Stazzema,imbandì la tavola sotto il pergolato, nella sua trattoria in mezzo alle Apuane e accolse una reporter tedesca di Berlino: Digne Melver Marcovicz, anarchica e antifascista, brindò con Ometto con del buon vino locale e a Carrara si parlò a lungo di quell'Armistizio di un solo giorno tra Ometto e la Germania.
Sotto quel pergolato all'ombra delle cave di Marmo si unirono due storie: "Ho visto i massacri di gente inerme, compiuti dagli aguzzini delle SS di Walter Reder. Come posso servire i discendenti di tanta barbarie. I miei morti ammazzati si rivolterebbero nelle fosse comuni dove li avevano scaraventati" dichiarò Ometto nel 2008. Ma provò un senso di vicinanza verso Digne Marcovicz, la cui famiglia di ebrei tedeschi e olandesi fu distrutta dai nazisti.
"I tedeschi?Qui non entrano, qui non mangiano" questo aveva sempre detto Francesco Farsetti, da tutti conosciuto come "Ometto", da cui prende il nome anche la sua storica trattoria.
Poteva sembrare una scelta discutibile, così dopo tanto tempo, ma io ammiravo questa scelta, credo che in tanti abbiano fatto altrettanto e non per odio verso i tedeschi "nuovi" (che al contrario deli italiani "nuovi" hanno fatto una buona opera di pulizia e chiarezza nei confronti di quello che è stato il nazismo, fino ad estirparlo e relegarlo nell'angolo buio delle cose fuorilegge)ma per quel rispetto che tutti dovremmo alle persone che tanto hanno sofferto e lottato a causa di questo nostro alleato traditore.
Ometto è morto martedì scorso a 89 anni , e la notizia ha commosso per la perdita di questo partigiano fino alla fine che aveva combattuto nella gloriosa Brigata Garibaldi.
"Lui i tedeschi non poteva vederli, aveva visto uccidere tante persone in tempo di guerra, tante donne incinte fucilate. Ricordi duri, non ha mai perdonato... Negli ultimi mesi era debilitato per la malattia, ma avrebbe voluto andare in giro, non era di quelli che se ne stanno a letto, andava a tutte le iniziativa dell'ANPI, di cui faceva parte" così ci racconta la figlia...
Ometto in 62 anni non ha mai fdatto entrare un tedesco nella sua trattoria, eccetto una volta nell'agosto del 2008..
Proprio il giorno della ricorrenza dell'eccidio di Sant'Anna Di Stazzema,imbandì la tavola sotto il pergolato, nella sua trattoria in mezzo alle Apuane e accolse una reporter tedesca di Berlino: Digne Melver Marcovicz, anarchica e antifascista, brindò con Ometto con del buon vino locale e a Carrara si parlò a lungo di quell'Armistizio di un solo giorno tra Ometto e la Germania.
Sotto quel pergolato all'ombra delle cave di Marmo si unirono due storie: "Ho visto i massacri di gente inerme, compiuti dagli aguzzini delle SS di Walter Reder. Come posso servire i discendenti di tanta barbarie. I miei morti ammazzati si rivolterebbero nelle fosse comuni dove li avevano scaraventati" dichiarò Ometto nel 2008. Ma provò un senso di vicinanza verso Digne Marcovicz, la cui famiglia di ebrei tedeschi e olandesi fu distrutta dai nazisti.
bella davvero questa storia...ciao Mad...BACIO!
RispondiEliminaCiao Audi, grazie di essere passata..sono contenta di aver condiviso con te la storia di Ometto.
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