26 ott 2011

la mobilitazione continua

LE RAGIONI DEL 15 OTTOBRE… LA MOBILITAZIONE CONTINUA

Il 15 ottobre, milioni di persone in tutto il mondo, centinaia di migliaia a Roma, sono scese in piazza contro le ricette dettate dalla Banca Centrale Europea, dalla finanza internazionale e dal governo italiano.

Lavoratori e lavoratici, studenti, ricercatori, precari, famiglie, pensionati, artisti, associazioni, comitati territoriali, organizzazioni sindacali, sociali e politiche sono scese in piazza.

Un popolo ha detto:

Noi la crisi non la paghiamo!

Le ragioni del 15 ottobre contro chi vorrebbe far pagare la crisi a chi non l’ha prodotta, rimangono tutte!

La mobilitazione continua contro chi ha creato la crisi e impone soluzioni ingiuste e sbagliate: ingiuste perché pesano solo sulle spalle dei lavoratori, sbagliate perché questo sistema economico non è correggibile. Siamo vicini alla terza manovra finanziaria e tutto è divorato per sostenere le banche: non è il costo del lavoro né lo stato sociale che ha prodotto la crisi!

Contro chi ci vuole rubare democrazia, futuro, vita.

La mobilitazione e la lotta continuano!

La crisi la paghi chi l’ha prodotta!

Contro la politica della BCE, della finanza internazionale e del governo, le nostre proposte:

· introduzione di una patrimoniale;

· tassazione delle rendite finanziarie;

· taglio drastico alle spese militari;

· blocco dei licenziamenti, sostegno al reddito;

· aumento delle pensioni minime;

· blocco degli sfratti;

· sostegno ad uno sviluppo sostenibile, no alle grandi opere.

20 ott 2011

Russia: fermate gli ospedali dell'orrore

303,528 hanno firmato. Aiutaci a raggiungere 400,000
Pubblicato il: 17 Ottobre 2011
Il regime siriano ha raggiunto un nuovo record dell'orrore: le sue squadre della morte stanno utilizzando le ambulanze e gli ospedali per uccidere i manifestanti feriti. Ma la Russia, alleato chiave e fornitore di armi alla Siria, potrebbe mettere fine a questa carneficina.

Due governi possono influenzare la Russia: la Turchia e la Germania. Entrambe sostengono i manifestanti siriani pro-democrazia e hanno forti legami con la Russia. Se ci rivolgeremo a loro ora, potremo aggiungere ulteriore pressione a quella già presente nella regione, e spingere il Presidente Medvedev a smettere di sostenere questo regime brutale e aiutare un'urgente azione globale.

Gli ospedali dell'orrore siriani sono solo l'ultimo capitolo di una spirale di crimini inenarrabili contro i manifestanti pacifici. Finora nessuno ha chiesto alla Russia di rendere conto dei rifornimenti d’armi destinati a queste atrocità, ma insieme potremo cambiare le cose. Costruiamo una petizione enorme rivolta alla Merkel e a Erdogan per alzare la voce ora e per lavorare insieme alla Lega Araba per fermare queste atrocità. Firma ora e fai il passaparola con tutti: sarà consegnata ai Ministri degli esteri questa settimana.


questo è l'indirizzo dove potete mettere la vostra firma... sinceramente di questi tempi credo poco alle petizioni, ma non badate a me e...FIRMATE!!!
)mad(


http://www.avaaz.org/it/stop_the_horror_in_syria_a/?cl=1342969114&v=10759

17 ott 2011

resoconto imparziale di quello che ho visto il 15 ottobre a Roma

Poco dopo essere sbucati fuori dalla metropolitana abbiamo cercato di attraversare il corteo per raggiungere il posto in cui si riuniva la federazione della sinistra. Una "indignatina" ci ha in parte bloccato e in modo piuttosto sgarbato ci ha detto che entrando in quel momento avremmo creato il caos, mentre nell'aria volavano slogan del tipo "i partiti non gli vogliamo..".
Posso anche condividere quel punto di vista e soprattutto rispettare il modo in cui si erano organizzati ma...
Perchè fermare un gruppo di neanche 10 persone con un paio di bandiere rosse con tanto di simbolo e luogo di provenienza , ,e permettere a quelli, molto più numerosi, con la bandiera nera o con si scritto ARDITI DEL POPOLO (e sarò anche fissata ma a me la parola ardito sembra un sinonimo di fascista, ma mi sbaglierò...e comunque questa è una considerazione personale..)e vestiti di nero dalle scarpe al..casco di essere parte integrante del corteo indignato ma pacifico!?!?

Comunque fin qui e per un pezzo tutto bene. Colore e confusione positiva. Abbiamo anche incontrato Patrizia Nasini (l'avevo ascoltata e conosciuta al Settembre Sangiulianese dove si era esibita con la grande Giovanna Marini)che cantava canzoni di protesta con un coro, Riconosciute, salutate, poi avanti...
Fra una pausa e una scorciatoia e dopo aver visto carabinieri e ploizia schierati in assetto antisommossa (???) ci siamo trovati di fronte alla piccola sede angolare della Banca Popolare del Lazio (mentre più indietro si vedeva una nera colonna di fumo poi diventata fiamme..). Questo è quello a cui ho assitito...


Dei ragazzetti di nero vestiti hanno iniziato a imbrattare muri e vetrine. Nessuna Forza dell'ordine è intervenuta, se avessero agito subito ci sarebberos tati meno danni, invece... Poi hanno divelto un cartello stradale e un altro arredo stradale (pubblicitario) e ci sono riusciti con una certa facilità (che se non mangiano gli spinaci di braccio di ferro allora si erano già anticipati prima..)


Dopo, con questo cartello usato come ariete e con delle pietre hanno iniziato a rompere la vetrina della banca, mentre sull'altro lato (dove infondo c'erano i carabinieri) hanno completamente rovinato un "cambio" e un "bancomat"

Dopo di che hanno preso a lanciare dentro la Banca fumogeni e altre cose del genere.
Questi ragazzi, che alcuni testimoni di Roma hanno detto aver visto uscire da Casa Pound (perchè forse i media non lo sanno ma non ci sono solo Centri Sociali di sinistra..purtroppo..), da quando hanno iniziato a imbrattare il muro con la vernice a quando hanno fatto tutto il resto sarebbero potuti essere fermati, e non solo dagli altri menifestanti ma dalle Forze dell'Ordine che erano nei paraggi...











La Polizia è intervenuta solo dopo che gli "squadristi" si sono confusi con la folla.
Da qui in avanti la manifestazione ha iniziato a perdere senso e quindi a accontentare i nostri governanti e i loro burattinai.
Il corteo è stato spezzato ma soprattutto demoralizzato. Per circa un ora abbiamo trovato riparo davanti al primo cancello (ovviamente chiuso) della Chiesa di san Giovanni in Laterano, ci siamo beccati un po' di fumogeni (e io un colossale mal di testa) ma abbiamo evitato (e non è stato facile) tutto il resto. Comunque è stata l'occasione per fare un chiaccherata con i NO TAV e per renderci conto ancora una volta di quanto i media ci raccontino fiabe di pessima qualità e di come l'Italia sia mal messa..
E poi abbiamo cercato di tornare a casa tutti interi (a Roma abbiamo lasciato "solo" 12 "dispersi"!! eheheh)
Comunque....Questa è l'Italia di chi vuole male all'Italia (o ha il prosciutto sugli occhi) e quindi... POVERA ITALIA (ma questa è-forse-un'altra storia..)





fotografie di Marco Sabattini e Serena Sbrana

15 ottobre- Roma- diario fotografico di un corteo pacifico





fin qui tutto bene...
e poi...?

12 ott 2011

una soluzione c'è...

ricominciare a sognare
Joe Natta per
EMERGENCY




Contro ogni guerra

-la guerra-bufala contro la Libia… IL Governo Berlusconi è passato dall’inaccettabile complicità col regime Gheddafi alla guerra, con gran parte di consenso dell’opposizione parlamentare.

Politica, diplomazia, trattative sono state volutamente evitate. Questo dimostra come la classe politica che sta ai vertici non sia altro che un gruppo di marionette (opposizione compresa…)

-la guerra non è mai la soluzione , perché uccide vittime umane, contamina l’ambiente, aumenta la violenza. Le donne e gli uomini di questo Paese, usciti dalla tragedia della II guerra mondiale lo sapevano bene e hanno scritto parole chiare nell’articolo 11 della Costituzione, ancora violata. La guerra è contro le rivolte dei popoli arabi per la democrazia e la giustizia sociale. Ed è anche contro lo spauracchio della diffusione della Banca Islamica, l’unica banca veramente etica che non si regge su un sistema di strozzinaggio come quelle occidentali.

-E il “doppio pesismo” dell’Europa e degli Usa? Da una parte l’accettazione della guerra in Libia, dall’altro l’assenza di ogni tipo di iniziativa politica contro Qatar, Yemen, Arabia Saudita che sparano sui manifestanti o per impedire che continuino i bombardamenti su Gaza.

UN’ITALIA CHE INVESTE IN ARMI

Le politiche di guerra sono anche uno spreco di risorse pubbliche che potrebbero e dovrebbero essere utilizzate in un altro modo.

La spesa militare complessiva per il 2011 è di 24,4 miliardi.

Solo per i nuovi sistemi d’arma nell’anno corrente si prevedono 5,7 miliardi.

IL costo pluriennale dei programmi di ammodernamento è di

-18 miliardi per gli Eurofighter

-15,5 miliardi per l’acquisto di 131 cacciabombardieri F35

-5,7 miliardi per le fregate Fremm

-3,9 miliardi per 100 elicotteri NH90

-1,88 miliardi per 4 sommergibili U-212 e altro ancora…

L’esercito italiano conta di un apparato di 180.000 unità con un costo annuo di quasi 9,5 miliardi. Le persone impegnate nelle missioni all’estero sono 8.300. L’esercito italiano ha un numero di graduati superiore a quello dei militari di truppa: PIU’ COMANDANTI CHE COMANDATI!

L’Italia è impegnata in 30 missioni internazionali. La solo missione in Afghanistan è costata 750 milioni.

Un’Italia che taglia scuola, università, ricerca…

Un’Italia che vuole combattere la crisi e se la prende con gli italiani: giovani, donne, pensionati, lavoratori, malati…

I tagli alla scuola pubblica e i finanziamenti a quella privata

I tagli alla spesa per la scuola operati dal Governo B. con la legge 133/08 raggiungeranno un livello di 7,8 miliardi nell’esercizio finanziario 2012.

Altri tagli si aggiungeranno con interventi successivi (100 milioni alla legge 440/97, 60 milioni per il diritto allo studio e la gratuità dei libri)

IL BILANCIO OCCUPAZIONALE DEI TAGLI E’ DI 140.000 posti di lavoro in meno, tra docenti e personale ATA.

Tagli a Università e Ricerca…

LA SOLUZIONE C’E’…

- Tagliare spese militari

- Ricondotto il ruolo dell’esercito e dei sistemi d’arma alla funzione prevista dalla Costituzione: quella di DIFESA

- Va portato il numero dei militari da 180.000 a 120.000

- Tagliati gli investimenti per i nuovi sistemi d’arma

- Annullamento dell’acquisto dei 131 caccia bombardieri F35, aerei d’attacco capaci di trasportare ordigni atomici, che da soli pesano sul bilancio 2011 per 500 milioni di euro.

- Tagliate spese per le missioni di guerra, va invece finanziata la cooperazione allo sviluppo

- Tagliato il finanziamento alle scuole private, rispettando l’articolo 33 della Costituzione.

- Tassa sui grandi patrimoni

- Dimezzare stipendi dei parlamentari

In questo modo si possono recuperare più di 6 miliardi, per bloccare lo smantellamento dell’istruzione pubblica e per una serie di interventi prioritari.





10 ott 2011

falò partigiano-invito (ma stateci attenti alle fiamme!)


La Fondazione Nuto Revelli, Mai tardi - Associazione amici di Nuto insieme al comune di Valloriate, di Rittana , la Comunità Montana Valle Stura e con il patrocinio della Città di Cuneo, hanno deciso di promuovere una manifestazione in sostegno ai piccoli comuni di montagna, SABATO 15 OTTOBRE 2011 nella convinzione che sia necessario salvaguardare l'immenso patrimonio storico che essi rappresentano e per l'importanza che svolgono come presidio di democrazia e di servizi indispensabili per le comunità locali ( alleghiamo a tal proposito un articolo interessante del prof. Bonomi).
Vi invitiamo TUTTI a partecipare al falò, sabato 15 ottobre 2011: ritrovo ore 18.30 a Chiot Rosa (Rittana) a cui seguirà passeggiata fino a Paraloup dove, a seguito di brevi interventi di Aldo Bonomi, Gianluca Monaco e altri amministratori locali, verrà acceso un falò a cui ogni partecipante può e deve contribuire.
a seguire, su prenotazione, cena al Ristorante "Tre colombe" (costo 20 €) per prenotarsi 0171/72918 entro mercoledì 12 ottobre
Per ulteriori informazioni, telefonare al 0171692789 dalle 15 alle 18.30 dal lun al venerdì
Cordialmente
La Fondazione Nuto Revelli onlus



5 ott 2011

La Storia di Angelo Sbrana (pisano e anarchico)

L'anarchico Angelo Sbrana

Franco Bertolucci narra la storia della prima vittima civile pisana in un campo di concentramento tedesco

6a2dfca34710979d248ad57bb81a709c Angelo Sbrana il primo a sinistra in piedi con gli altri delegati della Commissione dei ferrovieri durante le trattative con il governo nel gennaio 1920

.

Al cimitero vecchio di Pisa all'ingresso, sulla sinistra sopra la tomba di Ugo Rindi, è posta una lapide in marmo dedicata ad Angelo Sbrana. Questo nome ai più risulterà sconosciuto e anche prendendo qualche libro di storia locale difficilmente si potrà trovare qualche notizia su di lui.

La lapide al cimitero, a sei anni dalla morte, fu posta dai ferrovieri e dagli anarchici e riporta precisamente il luogo e la data della scomparsa di Sbrana: Caen 1° agosto 1941. Il marmo ci dice qualcosa in più, Sbrana morì in un campo di concentramento per le sofferenze patite. Le poche notizie ricavate dalla lapide ci permettono però di intuire chi fosse

Angelo Sbrana: nato a Pisa l'11 gennaio 1885, ferroviere, sindacalista di idee anarchiche e convinto antifascista. Il suo ricordo però si ferma qui, a oggi incredibilmente nessuna delle pubblicazioni riguardante le vittime pisane nei campi di concentramento riporta il suo nome. Anche la memorialistica antifascista lo ha dimenticato, ad esempio nel volume "Resistenza ai giorni nostri" curato dall'ANPI di Pisa nel 2005 non c'è nessun accenno alla sua vicenda. Le cause di questo oblio possono essere molteplici, sia di ordine storico, sia politico ma entrambe hanno origine nell'oblio della memoria collettiva e sociale di questa città. Capita sempre più frequentemente in questi ultimi decenni che, tra il passaggio da una generazione all'altra di cittadini, si perda la memoria profonda della storia e i valori dell'antifascismo, delle donne e degli uomini che combatterono la dittatura di Mussolini.

Sulle tracce delle sue attività, anni addietro, abbiamo potuto consultare il suo voluminoso fascicolo conservato nel Casellario politico presso l'Archivio centrale dello Stato. Il fascicolo ci dice subito chi fosse Sbrana e in quale contesto sociale e storico si sia formato. Figlio di Assunta Sbrana, da giovane entra in ferrovia come macchinista. In quel tempo Pisa era per i macchinisti un centro d'importanza nazionale, vi aveva fatto il suo apprendistato Augusto Castrucci, uno dei fondatori del Sindacato di categoria. Quest'ultimo, anche lui nato a Pisa, aveva fondato nel 1908 il periodico «In Marcia!», che per oltre quindici anni orientò e guidò le lotte di rivendicazioni dei macchinisti. Castrucci come Sbrana era anarchico e a Pisa in quel tempo la comunità degli anarchici vantava un discreto seguito tra i lavoratori. Le voci degli anarchici, da Pietro Gori a Errico Malatesta (in città oggi due strade ricordano questi straordinari personaggi dell'anarchismo italiano), erano assai ascoltate e in alcuni quartieri della città, come S. Antonio, Porta a Mare, S. Michele degli Scalzi la domenica si potevano incontrare numerosi gruppi di lavoratori che diffondevano e leggevano il settimanale «L'Avvenire anarchico», stampato dalla tipografia Germinal in via la Nunziatina. In questo ambiente Sbrana si formò e ben presto divenne un abile organizzatore sindacale e la polizia iniziò a tenerlo d'occhio. Così viene descritto in un rapporto della Prefettura di Livorno dell'agosto del 1917: "Fa attiva propaganda dei suoi principii ed è pericoloso, specie nelle emergenze di turbamento dell'ordine pubblico.

Capace per i suoi sentimenti rivoluzionari di istigare i compagni a ribellarsi agli ordini delle Autorità, verso le quali si è dimostrato sempre sprezzante ed altero". Nel primo dopoguerra è tra i principali esponenti del sindacato ferrovieri, tra gli agitatori più in vista delle lotte sociali e di categoria, partecipando come delegato a numerosi congressi sindacali. Collabora a vari periodici come «In Marcia!», la «Tribuna dei ferrovieri» e «Guerra di classe» l'organo dell'Unione sindacale italiana (USI). Nel sindacato difende sempre l'autonomia dell'organizzazione di classe dall'influenza dei partiti politici. Nel gennaio del 1920, durante il lungo sciopero dei ferrovieri, è uno dei delegati nazionali, insieme a C. Benassi, A. Castrucci, G.B. Costa, A. Papetti e C. Signorini, del "Comitato di agitazione dei ferrovieri", nelle trattative con il primo ministro Nitti. Il confronto con il governo, storico nella lunga vicenda del sindacato, si conclude con una vittoria dei ferrovieri che strappano miglioramenti salariali e contrattuali.

Su incarico del sindacato Sbrana, durante tutto il 1920 e l'anno successivo, si sposta come segretario propagandista in molte località soprattutto del sud Italia. I rapporti di polizia lo segnalano in Sardegna, a Cagliari e a Sassari, poi in Calabria, a Catanzaro e a Reggio Calabria ed infine in Sicilia. Tutta questa attività non sfugge alle attenzioni delle autorità sia di polizia, sia dell'Amministrazione delle Ferrovie che, subito dopo lo sciopero "legalitario" dei primi dell'agosto del '22, provvedono a licenziarlo. In più d'una occasione i fascisti cercano di aggredirlo ma il militante pisano riesce a fuggire e nel 1923 passa clandestinamente la frontiera a Innsbruck (Austria) e successivamente in Francia raggiunge la colonia dei fuorusciti antifascisti. A Parigi Sbrana non cessa la propria attività, sempre sorvegliato dalla polizia segreta fascista, che lo teme per il suo ardimento e le sue capacità organizzative. Il 5 e 6 settembre del 1926 è presente al congresso dei profughi dell'Unione sindacale italiana ed entra a far parte del Comitato d'emigrazione dell'organizzazione sindacale libertaria. Nel 1929 Sbrana, su pressioni del governo italiano, è espulso dalla Francia.

Come molti altri antifascisti, si rifugia in Belgio senza smettere la propria attività politica e sindacale. Nel 1930 i rapporti di polizia lo segnalano in Italia, dove sarebbe rientrato per prendere contatti con i gruppi clandestini dell'USI.

Sfuggito alle ricerche della polizia fascista e ritornato in Francia, è indicato dalle autorità francesi come organizzatore dei gruppi sindacalisti libertari a Bourges e per questo viene arrestato diverse volte. Allo scoppio della Guerra civile spagnola è tra i principali sostenitori del "Comitato Pro Spagna antifascista". L'invasione della Francia da parte dell'esercito tedesco lo trova ancora sulla "barricata". La polizia fascista continua a dargli la caccia nella speranza di un passo falso, ma Sbrana riesce a sfuggire e non per questo abbandona il campo della lotta politica. La sua attività ha però i giorni contati, la Gestapo è sulle sue tracce e riesce ad arrestarlo alla fine del 1940, internandolo nel campo di concentramento di Caen dove, a causa delle dure condizioni di vita e per i maltrattamenti, muore il 1° agosto del 1941.

Pisa ha un debito con Sbrana e molti altri, che non vengono più ricordati. La città, dovrebbe con maggior vigore, vincere la propria amnesia, non dimenticare i propri figli che hanno dato la vita per la libertà e la giustizia sociale. Ad

Angelo Sbrana si dovrebbe ontitolare una via o una piazza e far conoscere alle nuove generazioni la sua vita e il suo impegno per una società più libera, giusta ed egualitaria.

Bibliografia minima:

A. Castrucci, Battaglie e vittorie dei ferrovieri italaiani (Cenni storici dal 1877 al 1944), Milano, 1945 (rist. Milano, 1988).

Grande adunata di ferrovieri e di compagni a Pisa per ricordare Angelo Sbrana, «Umanità nova», 17 ago. 1947.

Il Sindacato Ferrovieri Italiani dalle origini al fascismo 1907-1925, a cura di M. Antonioli e G. Checcozzo, Milano, 1994.

F. Bertolucci, Note per una biografia di Angelo Sbrana (1885-1941), «Biblioteca Franco Serantini, bollettino bibliografico», gen.-giu. 1995, pp. 31-35.

Franco Bertolucci
(direttore della Biblioteca Franco Serantini)











wikipedia non deve chiudere


Non che sia perfetta&corretta al 100% ma è sicuramente una fonte importante di notizie storico-culturale, in più è veloce e pratica per chi ha biusogno di una notizia, di un chiarimento mentre sta lavorando al computer...no?! e ora, mentre appunto cercavo alcune informazioni, mi son trovata al cospetto di questa pagina che qui riporto...


Cara lettrice, caro lettore,

in queste ore Wikipedia in lingua italiana rischia di non poter più continuare a fornire quel servizio che nel corso degli anni ti è stato utile e che adesso, come al solito, stavi cercando. La pagina che volevi leggere esiste ed è solo nascosta, ma c'è il rischio che fra poco si sia costretti a cancellarla davvero.

Il Disegno di legge - Norme in materia di intercettazioni telefoniche etc., p. 24, alla lettera a) del comma 29 recita:

«Per i siti informatici, ivi compresi i giornali quotidiani e periodici diffusi per via telematica, le dichiarazioni o le rettifiche sono pubblicate, entro quarantotto ore dalla richiesta, con le stesse caratteristiche grafiche, la stessa metodologia di accesso al sito e la stessa visibilità della notizia cui si riferiscono.»

Negli ultimi 10 anni, Wikipedia è entrata a far parte delle abitudini di milioni di utenti della Rete in cerca di un sapere neutrale, gratuito e soprattutto libero. Una nuova e immensa enciclopedia multilingue e gratuita.

Oggi, purtroppo, i pilastri di questo progetto — neutralità, libertà e verificabilità dei suoi contenuti — rischiano di essere fortemente compromessi dal comma 29 del cosiddetto DDL intercettazioni.

Tale proposta di riforma legislativa, che il Parlamento italiano sta discutendo in questi giorni, prevede, tra le altre cose, anche l'obbligo per tutti i siti web di pubblicare, entro 48 ore dalla richiesta e senza alcun commento, una rettifica su qualsiasi contenuto che il richiedente giudichi lesivo della propria immagine.

Purtroppo, la valutazione della "lesività" di detti contenuti non viene rimessa a un Giudice terzo e imparziale, ma unicamente all'opinione del soggetto che si presume danneggiato.

Quindi, in base al comma 29, chiunque si sentirà offeso da un contenuto presente su un blog, su una testata giornalistica on-line e, molto probabilmente, anche qui su Wikipedia, potrà arrogarsi il diritto — indipendentemente dalla veridicità delle informazioni ritenute offensive — di chiedere l'introduzione di una "rettifica", volta a contraddire e smentire detti contenuti, anche a dispetto delle fonti presenti.

In questi anni, gli utenti di Wikipedia (ricordiamo ancora una volta che Wikipedia non ha una redazione) sono sempre stati disponibili a discutere e nel caso a correggere, ove verificato in base a fonti terze, ogni contenuto ritenuto lesivo del buon nome di chicchessia; tutto ciò senza che venissero mai meno le prerogative di neutralità e indipendenza del Progetto. Nei rarissimi casi in cui non è stato possibile trovare una soluzione, l'intera pagina è stata rimossa.

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