14 nov 2011

allarme verde o... ROSSO?!?

(ringrazio la Pimpi per avermi passato questa news)

MAXIEMENDAMENTO

Vendita terreni, allarme Verdi
"Via libera a nuovo cemento"

Il partito ecologista denuncia i rischi nascosti nella norma di modifica alla legge di stabilità: "La possibilità di cambiare destinazione urbanistica 5 anni dopo l'acquisto favorisce la speculazione selvaggia"

ROMA - Nel maxiemendamento alla legge di Stabilità, con le misure per la crescita chieste dall'Europa, c'è un cavallo di Troia che rischia di devastare ulteriormente il territorio e il paesaggio italiano. La denuncia arriva dal leader dei Verdi, Angelo Bonelli. "Il provvedimento - dice Bonelli - contiene un colpo mortale al territorio ed all'agricoltura italiana perché grazie a quanto previsto dall'articolo 4 quater, che riguarda la vendita delle aree agricole, è prevista la possibilità di modifica della destinazione urbanistica". Secondo Bonelli, "i terreni agricoli dello Stato, dismessi per ridurre il debito pubblico, potranno essere variati urbanisticamente dopo soli 5 anni diventando, così, facile preda della speculazione edilizia e della cementificazione selvaggia".

"Siamo indignati - sottolinea ancora Bonelli - perché, con la scusa di aggredire il debito pubblico, non solo si dà un colpo mortale a un settore già in crisi come quello agricolo, rendendo i terreni dismessi appetibili più per la speculazione del cemento che non per la coltivazione; ma perché continua l'assalto selvaggio a un territorio che ha già mille ferite e in cui ogni settimana si muore a causa del dissesto idrogeologico".

La norma in questione prevede che i terreni vengano individuati entro 3 mesi dall'entrata in vigore della legge con decreto del ministero delle Politiche agricole d'intesa con quello dell'Economia. L'alienazione dal patrimonio disponibile sarà a cura dell'Agenzia del demanio e avverrà mediante trattativa privata per quelli di valore inferiore ai 400mila euro, e mediante asta pubblica per quelli di valore superiore.

Il rischio della speculazione, con la speranza di fare cassa, è chiaramente messo in conto dal governo. L'articolo 4 quater, infatti, prevede che "nell'eventualità di incremento di valore dei terreni alienati derivante da cambi di destinazione urbanistica intervenuti nel corso del quinquiennio successivo all'alienazione medesima, è riconosciuta allo stato una quota pari al 75% del maggior valore acquisito dal terreno rispetto al prezzo di vendita".

"Invece di continuare a tirare la volata ai signori del cemento svendendo il patrimonio pubblico - conclude Bonelli - si taglino le spese militari e i privilegi della casta degli armamenti. Ci sono oltre 40 miliardi che verranno letteralmente buttati per l'acquisto di aeri da guerra, navi, elicotteri e sommergibili, come abbiamo più volte documentato: si usino quei fondi per mettere i conti in ordine".

La richiesta di poter acquistare la terra di proprietà dello Stato è un vecchio cavallo di battaglia delle associazioni degli agricoltori, rilanciata di recente 1. Anche ieri, appena trapelate le prime indiscrezioni sui contenuti del provvedimento presentato al Senato, i commenti da parte delle organizzazioni agricole sono stati positivi.

"L'accoglimento nel maxiemendamento alla manovra della proposta di Coldiretti di vendere le terre pubbliche ai coltivatori è una buona notizia per il Paese e per l'agricoltura", ha commentato il presidente della Coldiretti, Sergio Marini, ricordando che si tratta di 338mila ettari di terreni agricoli per un valore stimato di 6 miliardi di euro (la stima Coldiretti è su dati del censimento dell'agricoltura).

La cessione di questi terreni, ha proseguito Marini, "toglie allo Stato il compito improprio di coltivare la terra, rende disponibili risorse per lo sviluppo per le casse pubbliche, ma favorisce anche la competitività delle imprese e nuova occupazione in un settore, quello del cibo e del made in Italy, che rappresenta una leva straordinaria su cui poggiare un pezzo importante del nostro futuro". E di intervento che "può dare risposte importanti ai tanti giovani che vogliono continuare o intraprendere l'attività agricola" parla anche l'Associazione giovani imprenditori (Agia) della Confederazione italiana agricoltori.
(10 novembre 2011)

1 commento:

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